Società Finanziaria Italiana

Società Finanziaria Italiana era una azienda pubblica italiana che operava nel settore delle partecipazioni finanziarie. Era posta sotto il diretto controllo del Ministero delle finanze e del Governatore della Banca d'Italia.

Insieme a Sofindit e Società Elettrofinanziaria era una delle società finanziarie di smobilizzo.

Storia

SFI era nata nel il 27 gennaio 1931, per rilevare le attività meno solide di Credito Italiano e Banca Nazionale di Credito, ovvero le partecipazioni in aziende in perdita e i crediti inesigibili vantati esclusivamente verso imprese industriali[1]. Oberato da 138 milioni di perdite a cavallo tra il 1930 ed il 1931, il Credito Italiano cedette le attività finanziarie a SFI, dal valore reale di 1.1 miliardi di lire[2], ad un prezzo di 550 milioni. Credito Italiano svalutò i cespiti solamente per 120 milioni di lire, i restanti 330 furono coperti da SFI, grazie ad un finanziamento erogato dall'Istituto di Liquidazioni, quindi dallo Stato[3][4].

Invece, i rapporti e le passività verso fornitori di servizi di pubblica utilità, società immobiliari ed istituti di credito, vennero conferite da Credito Italiano a Società Elettrofinanziaria[5].

L'intervento di SFI non fu risolutivo tant'è che il 5 dicembre 1933 venne messa in liquidazione e comprata dall'IRI al prezzo di 12 milioni di lire.

Partecipazioni

Le principali interessenze riguardavano Ansaldo, Cantieri Navali del Quarnaro, Maccarese SpA, Miani e Silvestri & C., Società Italiana per Costruzioni Elettromeccaniche, Officine Meccaniche Italiane e altre aziende soprattutto nei settori tessile, metallurgico e meccanico.

Note

  1. ^ I processi dello sviluppo urbano, Enrico Berbenni, FrancoAngeli
  2. ^ A Financial History of Western Europe, Charles Poor Kindleberger, Allen & Unwin
  3. ^ Saggi di storia dell'economia finanziaria, Domenicantonio Fausto, FrancoAngeli
  4. ^ Guido Jung: imprenditore ebreo e ministro fascista, Roberta Raspagliesi, FrancoAngeli
  5. ^ La fine della banca mista: lo smobilizzo del Credito Italiano, Teresa Sisa Sanseverino, Università degli Studi di Napoli
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